Mura Timoleontee di Gela
La scoperta è avvenuta casualmente nel 1948 da parte di un contadino, che possedeva
un orto nella zona, allora caratterizzata da alte dune sabbiose,
il quale sognò che scavando nel suo terreno avrebbe trovato
un tesoro. Affascinato dal sogno, si mise subito a scavare finché non
toccò qualcosa di solido alla profondità di un metro e mezzo. Con la
luce del sole sparse la notizia in paese. Ricerche più approfondite
rivelarono dopo pochi giorni che si trattava di una scoperta importante:
le possenti mura greche dell'antica Gela dinnanzi alle quali si
consumarono alcune delle più cruente battaglie tra Greci e Cartaginesi.Tra il 1948 e il 1952 si completarono i lavori di scavo,
consolidamento, restauro e protezione del reperto. Per riportare alla
luce il reperto in alcuni punti è stato necessario scavare sino a una
profondità di 12 metri.
In base alle dimensioni della collina e ai ritrovamenti susseguitisi nei secoli è possibile immaginare una notevole estensione del sistema difensivo dell'antica colonia greca.Dei circa quattrocento metri lineari di fortificazioni, risultano in ottimo stato di conservazione circa i tre quarti. Nel primo tratto le mura risultano rovinate a causa delle spoliazioni di epoca medievale, quando i ruderi venivano riutilizzati per la costruzione della nuova città federiciana di Terranova.
Questo primo tratto rivolto a nord presenta grossi blocchi ben squadrati di pietra arenaria (di due colorazioni differenti). Proseguendo si notano il basamento di una prima torre di avvistamento e i resti di una seconda torre con funzione militare Proseguendo ancora si giunge in un ampio piazzale dal quale è possibile ammirare il reperto in tutta la sua complessità. Per un tratto di oltre 200 metri le mura si sono conservate praticameate intatte. Qui le mura si presentano con un basamento sempre in grossi blocchi di arenaria (alto più di 3 metri) sopra al quale si sviluppa un tratto di mura realizzato in mattoni crudi (di argilla e paglia) detti "cotti al sole"Si presume che, per aumentare l'elevazione in vista del probabile arrivo dei Cartaginesi, in seguito ad un vistoso insabbiamento gli antichi abitanti della città decisero di realizzare una sopraelevazione in mattoni crudi che risulta in qualche tratto imperfetta, probabilmente a causa della premura dettata dalla preoccupazione del momento.Sul lato meridionale delle mura si nota il basamento di un terzo torrione di avvistamento che assieme agli altri fa dedurre che la cinta muraria dovesse essere dotata a tratti regolari di torri di servizio. Poco dopo si apre una postierla ad arco ogivale e cieca, che serviva per le escursioni notturne. Ancora dopo, a livello del terreno si possono notare delle canalette di scolo che costituiscono lo scarico del sistema di raccolta delle acque meteoriche. Proseguendo sino all'angolo verso sud-est le mura vedono progressivamente aumentare la loro altezza sino a superare i 10 metri e presentano una serie di contrafforti ortogonali alla parete. In quest'ultima zona, già soggetta a scavi archeologici ai primi del 1900, sono ancora presenti rotaie e mezzi meccanici abbandonati adibiti agli scavi. Nel 2006, durante i lavori di scavo per la realizzazione di un parcheggiomultipiano, nelle vicinanze del parco, è stata scoperta la testa in marmo bianco di una statua greca.
In base alle dimensioni della collina e ai ritrovamenti susseguitisi nei secoli è possibile immaginare una notevole estensione del sistema difensivo dell'antica colonia greca.Dei circa quattrocento metri lineari di fortificazioni, risultano in ottimo stato di conservazione circa i tre quarti. Nel primo tratto le mura risultano rovinate a causa delle spoliazioni di epoca medievale, quando i ruderi venivano riutilizzati per la costruzione della nuova città federiciana di Terranova.
Questo primo tratto rivolto a nord presenta grossi blocchi ben squadrati di pietra arenaria (di due colorazioni differenti). Proseguendo si notano il basamento di una prima torre di avvistamento e i resti di una seconda torre con funzione militare Proseguendo ancora si giunge in un ampio piazzale dal quale è possibile ammirare il reperto in tutta la sua complessità. Per un tratto di oltre 200 metri le mura si sono conservate praticameate intatte. Qui le mura si presentano con un basamento sempre in grossi blocchi di arenaria (alto più di 3 metri) sopra al quale si sviluppa un tratto di mura realizzato in mattoni crudi (di argilla e paglia) detti "cotti al sole"Si presume che, per aumentare l'elevazione in vista del probabile arrivo dei Cartaginesi, in seguito ad un vistoso insabbiamento gli antichi abitanti della città decisero di realizzare una sopraelevazione in mattoni crudi che risulta in qualche tratto imperfetta, probabilmente a causa della premura dettata dalla preoccupazione del momento.Sul lato meridionale delle mura si nota il basamento di un terzo torrione di avvistamento che assieme agli altri fa dedurre che la cinta muraria dovesse essere dotata a tratti regolari di torri di servizio. Poco dopo si apre una postierla ad arco ogivale e cieca, che serviva per le escursioni notturne. Ancora dopo, a livello del terreno si possono notare delle canalette di scolo che costituiscono lo scarico del sistema di raccolta delle acque meteoriche. Proseguendo sino all'angolo verso sud-est le mura vedono progressivamente aumentare la loro altezza sino a superare i 10 metri e presentano una serie di contrafforti ortogonali alla parete. In quest'ultima zona, già soggetta a scavi archeologici ai primi del 1900, sono ancora presenti rotaie e mezzi meccanici abbandonati adibiti agli scavi. Nel 2006, durante i lavori di scavo per la realizzazione di un parcheggiomultipiano, nelle vicinanze del parco, è stata scoperta la testa in marmo bianco di una statua greca.
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