Acropoli di Gela
Le più antiche evidenze archeologiche dell'area risalgono
all'età del Rame con la facies di S. Cono-Piano Notaro risalente alla seconda
metà del IV millennio a.C. e la prima metà del III millennio a.C. Sono presenti
delle tombe a fossa circolare circondate da lastre in pietra verticale poste a
ovest del tempio B, il tempio arcaico.
Lungo il pendio settentrionale vi sono tracce di un
villaggio capannicolo dell'età del bronzo antico appartenente alla facies di
Castelluccio, 2200-1450 a.C.
La colonizzazione greca:
La fondazione della colonia greca avvenne nel 688 a.C.
(Tucidide, IV) da coloni di Rodi e Creta guidati da Antifemo e Entimo nell'area
dell'attuale acropoli. Tuttavia sono stati ritrovate tracce di una presenza
stabile già dal'VIII sec a.C. che darebbe conferma della notizia di Tucidide
secondo cui prima della fondazione giunsero dei rodioti di Lindos che si
stabilirono nell'acropoli chiamando l'insediamento Lindioi.
Poco resta delle prime costruzioni precoloniali in quanto
realizzate con mattoni crudi e legno, mentre appaiono più consistenti le
documentazioni del VII sec a.C. con la costruzione di edifici sacri (Edificio I
e II) realizzati con pietre e ciottoli di fiume. Si segnala inoltre della
stessa epoca un sacello in antis (Tempio A) riaffiorato sotto le fondazioni del
tempio B.
Nel VI sec a.C. avvenne un rinnovamento dell'area con la
costruzione del muro di cinta a nord e la realizzazione dell'assetto
urbanistico con pianta regolare. Fu così tracciata la plateia con asse
est-ovest e le stenopoi. Sorsero nuovi edifici sacri come l'edificio VII e
l'VIII. Inoltre venne eretto il tempio B, con 6 colonne sulla fronte e 12 sui
lati lunghi, la costruzione era dedicata ad Atena Lindia. Sotto le tirannidi di
Cleandro, Ippocrate e Gelone l'impianto urbanistico assunse un assetto
definitivo con isolati da 30,50 m separati da stenopoi larghi 4 m.[1] L'assetto
venne mantenuto sino al IV sec a.C. Nel V sec a.C. gli edifici vennero costruiti con blocchi di
arenaria nel settore settentrionale dell'acropoli. Venne poi eretto l'edificio
VI da cui provengono le antefisse esposte al museo. Mentre nel settore
meridionale ad est del tempio arcaico (21x12 m) sorse un tempio dorico dedicato
ad Atena in onore della vittoria greca sui Cartaginesi nella battaglia di
Himera del 480 a.C. Dell'edificio resta poco, tracce del basamento e una
colonna. Molto materiale infatti venne asportato in epoca federiciana. Infine
il tempio dedicato forse a Zeus Atabyrios nella parte occidentale dell'acropoli.
Dopo la distruzione operata dai Cartaginesi nel 405 a.C.
sull'acropoli furono realizzati altri edifici a pianta rettangolare come
l'edificio XII e XIII. Il XII era un tempio dedicato al culto di Demetra.
Nella seconda metà del IV sec a.C. la città ebbe un momento
di rinascita con Timoleonte. L'acropoli venne di nuovo trasformata. Vennero
eliminate alcune strade e lo stenopos III prolungato sino a sopra il basamento
del tempio B. Gli edifici vennero distribuiti in maniera meno regolare e destinati
ad un uso artigianale, come l'edificio XIV.
L'abbandono definitivo della zona avvenne nel 282 a.C. a
seguito della distruzione della città operata dal tiranno di Agrigento Finzia.
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