Chiesa Madre Gela
La chiesa madre sorse nel 1760, dinnanzi la principale
piazza cittadina (piazza Umberto I, già del Duomo), in sostituzione della
trecentesca chiesa di Santa Maria de' Platea, e fu completata con la
realizzazione nel 1844 della facciata neoclassica in pietra arenaria e con
l'innalzamento della torre campanaria nel 1837 su progetto di Emanuele Di
Bartolo. Per la sua costruzione probabilmente vennero sfruttati i massi della
vecchia chiesetta provenienti a loro volta dai templi e monumenti dell'antica
città greca.
La facciata presenta due ordini di colonne doriche e ioniche
e due gruppi di statue. Vi si aprono l'ingresso principale e due ingressi
secondari laterali, con sopra delle lapidi iscritte. Nella parte superiore
della facciata è una grande finestra. L'imponente facciata è preceduta da una
scalea sulla piazza.
L'interno, ampio e luminoso, presenta: pianta a croce latina
con schema basilicale e cupola ed è suddiviso in tre navate da pilastri e
arcate neoclassiche, decorate in oro zecchino; diversi affreschi con iscrizioni
latine sono presenti sulla volta della navata centrale. Le navate laterali
presentano volte a vela.
Nelle navate laterali sono conservati altri dipinti, altari
minori e monumenti funerari marmorei, tra i quali spicca quello dedicato al
Mallia, opera di Filippo Pennino. Infine nella moderna casa parrocchiale sono
custoditi dipinti con ritratti di eminenti personaggi ecclesiastici del passato
e, nell'archivio, antichi documenti risalenti al XVI secolo.
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